Il sogno

04.12.2014 17:30

Vedevo quattro doone tutte messe in fila indiana:

la prima si diceva fosse solo una puttana.

Di quella che seguiva non sapeva alcuno niente.

La terza era famosa perchè pura e trasparente.

Dell'ultima quegli occhi avevan visto molte cose

e il senso mi diceva che non eran fiori e rose.

 

"Puoi sceglierne una sola!", disse l'uomo dietro a loro,

ma tutte nel mio cuore eran preziose come l'oro.

"Che fare?", chiesi allora, rivolgendomi a me stesso.

"Perchè questo dilemma si presenta proprio adesso?!"

 

Il vecchio che parlava scorse il dubbio sul mio volto:

sapevo che a quel punto non sarei più stato assolto,

se non cercando bene le parole per spiegare

che più d'una fanciulla non è poi peccato amare.

 

Così richiesi al pubblico la massima attenzione,

chè avevo un sol minuto per scampare alla prigione:

 

"Oh saggio presidente della corte, e voi giurati!...

che avete dell'amore già i concetti prefissati:

seppure latte e miele sono cibi prelibati,

a tale stretta dieta siamo forse condannati?

Domanda sì retorica non fu mai formulata

chè ho pronta la risposta pria che d'altri sia fiatata."

 

"Se l'anima è dell'uomo luogo oscuro e da esplorare,

chè vie più torte al mondo mai nessuno andrà a scovare

di quelle che percorrono pensieri e sentimenti,

allora sporgo innanzi i lucernari più lucenti,

e se uno solo riesce a dieci passi a rischiarare,

per quanto con passione lo si possa alimentare,

non potrei perdonarmi di lasciare alla condanna

il resto dei gioielli che in bisaccia già s'appanna."

 

La singolar tenzone con il singolo giurato

stentavo a sostenere con quei deboli argomenti...

speranza ancor più vaga nel convicerne altri venti!

 

Il ghigno già sul viso di quel vecchio maledetto

che amor disconosceva, forse solo per il letto,

mi diede tanto ardore nel protrarre l'orazione

da alzarmi su all'impiedi per propormi più diretto

e rendere più fluido l'enigmatico concetto:

 

"Portatemi davanti il primo sull'uomo sulla terra,

all'ultimo scienziato poi estendete questo invito,

lasciandolo anche a quello che la fede porta al dito...