L'equilibrista
19.05.2013 02:30
Tra il dire e il fare
c'è di mezzo l'ardire e lo strafare.
La pesca più ricca
la cerchi alla cieca ai piedi di monti in apnea.
Su un guscio di noce
le frecce del sole confondono i loro percorsi,
milioni di punte trafiggono il cielo incessanti,
mi spingono e scuotono fino alla punta dei piedi.
La lenza si tende,
è un braccio potente attaccato a una spalla del mare.
Pregusto il sapore
di un pezzo di vita che s'agita giù nel profondo.
Il sale s'asciuga,
m'imbianca la faccia e i capelli.
Sul tetto irrequieto d'un mondo lontano
sto in bilico come la preda trafitta dall'amo.