Vilipendio al giullare

16.05.2013 04:02

Inetto reietto abietto,
di misero d’ossa sottili un mucchietto.

Tronfio gradasso superbo arrogante,
d’un fiume di frivole burle cantante.

Sciatto scialbo squallido tetro,
non degno di stare nemmeno sul retro.
Viscido vile vigliacco pauroso,
di subdoli inganni s’abbiglia orgoglioso.

 

Canta o giullare patetica storia,
si crede più vera se si fa baldoria.

Soffri o giullare di densa vergogna,
gemente in silenzio nel mondo che sogna.
Ridi o giullare, bastardo d’un cane,
dilettaci ancora con mosse più strane.

 

Crepa ora, lurida insulsa carogna,
vai dove solo ti porta una fogna.
Zitto, giullare, taci e stai fermo:
ora ti do il benvenuto all’inferno.