I due amici discordi

16.05.2013 03:29

Per quanto pocco sappia della vita
non m’interessa affatto il tuo consiglio.
agli anni tuoi non debbo alcun rispetto,
seppure i miei si contan tra le dita.

Dell’esperienza tua, la tua saggezza:
di un’era planetaria sono figlio;
gli errori miei li vanto al tuo cospetto,
con la fierezza della giovinezza.

Se credi d’incantarmi e sei convinto
che con le tue parole avrai ragione,
io quella allor ti lascio, caro vecchio,
e senza più ascoltarti già ti ho vinto.

Con le mie scuole e tutta st’istruzione,
puoi rivoltare tutto l’argomento,
ché da mercante sempre farò orecchio,
ché la logica mia è l’informazione.

E tu che sei di mia generazione
e ancor del suo ciarlare sei invaghito:
rivolgiti al futuro, ancora hai il tempo,
e lascialo alla sua argomentazione.”

“O serio adulator dell’egoismo,
chi sei tu per puntare quel tuo dito!?
Offendi il vecchio e d’ira io divampo!
Non render la tua fede un fanatismo.

Di volte dieci ho visto la tua vita
seppur le primavere sono pari
e quindi parlo anch’io di te più saggio:
la strada dei tuoi errori non ha uscita.

I giorni di tristezza sono amari
per chi seguì sentiero sì tortuoso
e rese indifferenza il suo coraggio
lasciando dietro i passi affranti cuori.

Ma se rispondi: è mia la scelta, mia la vita!
non posso che risponderti:  Fa’ pure.
La lotta col mio cuore è già finita:
divideremo il prezzo da pagare.