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E' che non sono figo

19.05.2013 02:49

Se fossi nato figo,

col cazzo lungo un metro

o coi capelli biondi,

d'altezza che si nota.

 

Se avessi gli occhi chiari,

le labbra rosso rosa,

il muscolo forzuto,

la pancia a tartaruga.

 

Se avessi il rolex d'oro,

guidassi la ducati,

la villa sulla spiaggia,

il posto in business class.

 

Se fossi quell'Adone,

sebbene un po' minchione,

con due neuroni in testa,

talvolta un po' cafone...

 

Sarei comunque sgombro

da tutti quei pensieri,

quel mucchio di stronzate,

su garbo e gentilezza.

 

Camminerei tranquillo,

sicuro di far bene,

esente dalle pene

di sciatto negoziare.

 

Potrei parlar sincero,

due peli sulla lingua,

a tutte le ragazze

che mi vorrei chiavare:

 

avrei poco da dire,

cazzate e frasi fatte,

con solo una guardata

sarebbero già a letto.

 

Ma, santa la fortuna,

son brutto come un cesso,

complesso come un conto,

più fuori di un balcone.

 

Quel chilogrammo e mezzo

di minchia che mi manca

l'ho tutto sul cervello

e sul coglione destro.

 

E quando faccio sesso

le mie due volte l'anno

o dico già a me stesso

d'amare una persona,

non c'è uno schema fisso

nè regola banale,

non devo preoccuparmi

del plauso della gente.

Io fò quel che mi pare,

è mia la situazione,

mi libero d'un canto:

è che non sono figo.

L'equilibrista

19.05.2013 02:30

Tra il dire e il fare

c'è di mezzo l'ardire e lo strafare.

 

La pesca più ricca

la cerchi alla cieca ai piedi di monti in apnea.

 

Su un guscio di noce

le frecce del sole confondono i loro percorsi,

milioni di punte trafiggono il cielo incessanti,

mi spingono e scuotono fino alla punta dei piedi.

 

La lenza si tende,

è un braccio potente attaccato a una spalla del mare.

 

Pregusto il sapore

di un pezzo di vita che s'agita giù nel profondo.

 

Il sale s'asciuga,

m'imbianca la faccia e i capelli.

Sul tetto irrequieto d'un mondo lontano

sto in bilico come la preda trafitta dall'amo.

SENZA NOME

16.05.2013 04:26

L’amore spento
l’emozioni di cemento
dentro gli occhi l’ho scrutata
quella donna un tempo amata
Pochi istanti di silenzio
son riusciti a cancellare
una vita di ricordi
sentimenti ormai sepolti
sotto un metro di distanza
Suona un ticchettio il suo cuore
all’orecchio mio stupito
che ricorda quel fragore.
Quell’abbraccio ormai s’è sciolto
quelle labbra separate
dal confuso girotondo
dentro un frettoloso mondo
dopo solo due fermate.

In mezzo allo stretto

16.05.2013 04:24

Si pripara ‘u piscaturi
a cunsari lenza e rizza,
n’autru jornu sutt’o suli
‘mmenz’o strittu suli suli.
“Quattru pisci l’a’ piscari
pi’ccattari un poc’i pani,
quattru figghi aj’a campari,
spetta puru me’ mugghieri
‘nta casuzza picciridda,
sta prigannu puru idda”.
Pensa e cala ‘u piscaturi,
‘nfunna puru ‘i so’ pinseri,
i‘ ssutterra sutt’o mari
Picchì sunnu troppu amari.

L'Avaro e l'Avido

16.05.2013 04:21

L’Avaro disse all’Avido: “Compare!
Perché domani non si va a pescare?”

Rispose l’altro senza dilungare:
“Soltanto se di pesci abbonda il mare!”

L’amico, manco il tempo di ascoltare:
“Io troppa lenza non potrò sprecare!”

Si misero d’accordo sull’affare:
“Domani è molto meglio qua restare
che con certi pericoli scherzare!”.

Il superbo

16.05.2013 04:19

A testa levata alla luce del sole,
il passo spedito, lo sguardo sprezzante,
o sul piedistallo in posa gloriosa,
al solo guardarlo il cuore ti duole:
di misera cosa l'esempio è lampante.
Che povero illuso lo stolto altezzoso,
che sta così in alto rispetto ai comuni
da non sentir niente che le sue parole.

Il dono della musica

16.05.2013 04:15

Il boato d'un ghiacciaio che si spezza,
il fragore di valanga dopo un sibilo distratto.

Nell'immobile deserto un occhio attento che di fuoco tutto impregna.

 

Il cullarsi delle fronde sulle dita della brezza
mentre il canto tra le ombre si propaga in morbidezza.
Il tuonare di quel volto pur celeste ma contratto,
canta l'eco di parole d'un antico e sacro patto
con la dea le cui parole sono miele per chi è degno,
le sue note i suoi segreti che sussurra quando insegna:

 

"Dallo spasimo di gioia che di vita frizza e guizza
di creatura che risale tra zampilli di ruscello
si diffonde il dolce suono di energia che ti elettrizza,
si fa strada tra le orecchie e graffia il cuore come un gatto,
E' Natura il cui ronzare e borbottare è come omaggio senza fine,
come un grazie ripetuto ad ogni suono per quel dono,
per la voce con cui intona melodie piene di grazia
a ogni figlio sul suo seno e ad ogni uomo il cuore sazia."

Il vecchio musico

16.05.2013 04:12

Il vecchio ormai stanco
dipinto di grinze
ripensa alle gioie
fissando il bicchiere
poggiato sul banco
ai dolori che pianse
ripensa, alle noie
che certe megere
un tempo “che donne!”
ch’adesso son nonne
gli danno all’orecchio
cantando ricordi
di storie passate
di moda e di fatto.
Si guarda allo specchio
riprende gli accordi
le corde tirate
il cuore contratto.
Riprende a suonare
riprende a sognare
ricopre il trambusto
di quel chiacchiericcio
la musica scorre
ignara di tutto
inclina un po’ il busto
per chiudersi a riccio
la fantasia corre
e niente è più brutto.

Una vita enigmatica

16.05.2013 04:10

Presi e persi tra spire
le serpi di sogni perversi.
Per versi dispersi pretesi
di sperare, di sprecare e dissipare.

Arsi per respirare da una pira
di rare fragranze prima di spirare.
Per non disperare percorsi
percossi sentieri dal vento.

 

Resi pertanto portento
le arti di prosa prima di sparire.

Lo splendore di Firenze

16.05.2013 04:07

Di festanti a stelle e strisce
Son le calli ormai affollate
Qualchedun l’acume acuisce
Per mirar del mecenate
La ricchezza che rapisce
Già dall’ere trapassate.

Tutti celebran l’artista
Nel minuto d’attenzione
Ma son pochi la cui vista
Portali oltre l’illusione
Del miraggio da turista
Di banale ammirazione.

Or seppur codesta Venere
Sia ridotta a poca cenere
Mai neppure un dì si spense
Lo splendore di Firenze.

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